Ma noooooo !!! Ancora ?!?!?!

Io ho addosso una sorta di maledizione.
Anni fa (8? 9?) durante il primo lan party di NGI (ILP: Italian Lan Party) fui ritratto mentre giochicchiavo a Quale III Arena con addosso la mia maglietta da Hockey con logo appunto di quel gioco.

E fin qui tutto bene.

(ah, ci tengo a dire che in quella foto ho addosso qualche kilo di più di ora eh…)

Peccato che sia finito nell’archivio di repubblica, sia del sito che del giornale cartaceo, ed ora OGNI volta che c’è un articolo su giovani disadattati traviati dal PC a causa di videogiochi e/o hacking e/o chat puerche e/o download illegale di pornazzi e/o MP3 ecco spuntare ‘sta casso di foto.

Anche oggi sono su R.it dove rappresento un povero cristo con una “disfunzione comportamentale nell’utilizzo di internet”.

Tempo fa finii pure sulla homepage come uno che parlava con lo slang di internet (il famoso leet o 1337 speack) e che non sapeva più scrivere in italiano.

Esiste anche una versione ENORME stampata su uno speciale sul P2P nell’edizione cartacea dove ero un giovane hacker alle prese con il download illegale di film e MP3.

Non se ne può più !!!

E poi le reazioni.

Si deve sapere che il mondo è popolato di persone che credono che se sei andato in televisione e/o appari su una rivista/giornale allora hai fatti i miGLiardi.

E mi rompono le palle.

Oppure quelli che mi dicono di querelare Repubblica e farmi dare tanti soldi.

Peccato che in quella immagine sono di schiena, ho in testa una bandana e il nick Adso non è il mio vero nome, quindi potrei essere chiunque.

Me la prendo solo con l’archivista del giornale che ogni volta gli viene detto “! trova una foto di un disadattato che usa il pc” tira sempre fuori la mia !!!

Eccheccazzo

Sibillino

Sibillino sta ad indicare un concetto, una frase o un fatto che si presta a diverse interpretazioni, oscuro, enigmatico come erano i responsi della Sibilla.

Le Sibille erano vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio (solitamente Apollo), ed erano in grado di fornire responsi e fare predizioni, per lo più in forma oscura o ambivalente.

Alle superiori la mia professoressa di italiano (ho fatto l’ITIS ma questa veniva dal classico e ci ha spakkato i maroni a più non posso) amava citare uno dei responsi più famosi:

ibis redibis non morieris in bello

data da un oracolo a un soldato che, accingendosi a partire per la guerra, voleva conoscere il proprio destino.
In teoria, tradotto dal latino e senza punteggiatura alcuna (visto che amava ricordarci che il latino antico ne era quasi praticamente privo) significava:

andrai tornerai non morirai in guerra

La frase veniva citata a dimostrazione dell’ambiguità degli oracoli, perché assume due significati diversi a seconda che si faccia pausa prima del non (andrai tornerai, non morirai in guerra) o dopo il non (andrai, non tornerai, morirai in guerra).

“Sibillino” è la prima cosa che ho pensato questa sera quando tornando a casa sulla solita autostrada “Milano-Laghi” mi si è parato davanti agli occhi un cartello luminoso (quelli di recente installazione che danno informazioni alle volte molto scontate tipo “Nebbia” quando sei immerso nella bruma più lattiginosa, che ti viene sempre da dire “Ma va? Grazie eh!”):

Uscita di Catellanza chiusa per lavori oggi 24/06

Tu leggi la frase e pensi “ma che bulicci questi qui, si sono dimenticati un messaggio del 24 giugno” ingannato dal fatto che quella / venga di solito utilizzata per separare giorno e mese nello scrivere una data. Ci lolli un po’ e continui.

Ma ecco che pochi kilometri dopo ritorna:

Uscita di Catellanza chiusa per lavori oggi 24/06

E allora pensi “ma questi sono dei garrusi e checchineri. Eccheccazzo. Il 24 giuno era più di un mese fa!!!”.
Solo che ti scatta il dubbio. E poi capisci che intendevano “dalle 24 alle 6 del mattino” che non potevano scriverlo per problemi di spazio.

Certo che sono dei bagonghi !!! Bastava scrivere

Uscita di Catellanza chiusa per lavori oggi 2406

con un ciuffoli di trattino che non avrei sprecato più di 0.3 nanosecondi per comprendere il messaggio.

Sembreranno cazzate, ma la comunicazione, specie in questi casi, deve essere netta, mirata e comprensibile. E al volo! visto che stai andando a 130Km/h (minimo).

Un pessimo esempio. Un messaggio semplice semplice che rischia di finire alle cozze, e anzi di far pensare a molti (come è successo a me) che quello della gestione autostrade bevessero troppo slivoviz prima di mettersi alla tastiera.

O ci sono cascato solo io ?

Ender è un NetGamer (2)

Come già sostenevo qui, il gattino Ender è un piccolo e peloso NetGamer, che mi accompagna durante le mie sessioni di gioco.

Eccolo quindi godere del suono di World of Warcraft che pare piacergli molto.

E in questo caso mi è andata ancora bene visto che di solito ha gusti ben peggiori e molto più trash. Tipo che mi diventa matto per Metal Carter e l’orrenda Pagliaccio di Ghiaccio (da non ascoltarsi se ci si scandalizza, che fa davvero schifo) ed altre nefandezze del genere…

Ma cosa ci vuoi fare ? É trooopo carino quando muove il crapino a tempo sulla base di Amadeus di Falco… 🙂

Nuovi (e pelosi) Arrivi

Ma come fai quando ti dicono: “abbiamo visto 3 gattini abbandonati nel bosco. Siamo riusciti a prenderne uno. Cosa facciamo?”

La risposta non può che essere (dapprima della mia compagna, ma subito avvallata dal sottoscritto) : “Portamelo qui a Morazzone Downtown!”

Ed ecco arrivato Puck. Un gattino bianco e macchiatino con lo sguardo strano, quasi triste… da Pierrot. Puck è il nome di un folletto del bosco, e non poteva essere il nome migliore da dare a un trovatello boschivo 🙂

Ender appena lo ha visto non ci stava dentro !!! Finalmente un compagno di giochi (che pare avere più o meno la stessa età).
Abbiamo però scoperto un lato di Ender che non conoscevamo. É manesco, terribile e materiale.
Lo avevamo visto in azione con il cagnone di casa a mordere e a graffiare ma immaginavamo che fosse una sorta di reazione del tipo “giochiamo ma sei sempre un cane.”

E invece eccolo qui:All’inizio Puck non sapeva come reagire, ma poi ha cominciato pure lui a dargliele e ora vanno tutto sommato d’amore e d’accordo.

Puck ha dormito tutta la notte addosso al sottoscritto (sì, io ho dormito pochissimo) mentre Ender è un gatto mammone e va ad insediarsi nell’altra metà del lettone 🙂

Ecco altre foto dei due.

CentroX

Oramai dai qualche hanno la parola “Centro” ha assunto nuove accezioni.

Una volta significava solo quello che dice. Il centro di qualcosa.

“Andiamo in centro” ?
Ueeee che culo hai fatto centro!”
“Cerco un centro di gravità permanente”

E così via.

Ma poi qualcosa è mutato.
“Centro” ha assunto una connotazione nuova, una specie di balsamo che va a moderare concetti troppo forti.

(sì, sto parlando di politica)

É improvvisamente nato (io c’ero ma la data non me la ricordo) il concetto di Centro-Destra e Centro-Sinistra.

Non che prima non esistessero eh, sia mai.

Solo che si sono diffusi a macchia d’olio per finire sulla bocca di tutti. E da quel giorno lì tutti si sono sentiti più rasserenati nell’affrontare discussioni pseudo-politiche in luoghi altisonanti.. che ne so… tipo davanti al bancone di un bar.

“Oh ma tu sarai mica di sinistra !!”
(Presupponendo cose brutte come: russia, stalinismo, bambini morti per farci la colla, gente che non ha voglia di lavorare e , ancora peggio, attentati, Brigate Rosse, anni di piombo e morti)

“No ma cosa dici ?!?!?! Io sono di Centro-Sinistra !!!”

Ahhh ecco”

Oppure

“Oh ma sarai mica di Destra eh ???”
(Presupponendo cose brutte come: nazismo, olocausto, razzismo, fascismo, naziskin, pestaggi, manganelli e purghe, segregazione e campi di sterminio)

“No ma cosa dici ?!?!?! Io sono di Centro-Destra !!!”

Ahhh ecco”

Ecco che nessuno (in pochi diciamo) ha più le palle per dire di appartenere ad una o all’altra fazione senza l’effetto lenitivo del “Centro”.

Con quella magica parolina si esce da una posizione di imbarazzo, che ci connoterebbe come estremisti o integralisti e si entra in una sorta panacea ideologica dove “tutto sommato sempre centro è”.

Non è potente il potere taumaturgico di una semplice parolina ?

“Ma come ??!?!? mi hai dato dello Stronzo ?!?!?”

“Ma cosa dici ??!?! Io ti ho dato del Centro-Stronzo”

Ahhh ecco”

Nel ruolo di…

É bello, di tanto in tanto, rivedersi qualche puntata dei vecchi telefilm che hanno accompagnato la tua infanzia.

Non solo per quel senso lì zuccheronostalgico che ci fa dire “eh ma una volta era meglio” anche perché se rapportati alle serie odierne ci si rende conto che le cose sono cambiate di molto.

Ma una vecchia puntata di Happy Days, con la sua trama banalotta ed il giovane Richard Cunningham che trova indicibile ed insormontabili dei comuni problemi dell’adolescenza quali “quella tipa mi ha sorriso ora cosa faccio” e vaccate del genere, fa sempre piacere.

Grazie a SKY, che le ripete ad libitum, mi soffermo ogni tanto a riguardare con sorriso ebete le gesta di Fonzie e a canticchiare la rockeggiante sigla.

Giusto dalla sigla noto una cosa che aveva attirato la mia attenzione già in tenera età: sfilano i personaggi con i nomi degli attori (ma non il nome del personaggio interpretato) fino a che, quando è giunta l’ora di papà Cunningham si legge “and Tom Bosley AS Richard Cunningham“.

Quel ‘”AS” lì viene tradotto sovente in italiano come “nel ruolo di”.

Nulla di che eh, se non che l’altro giorno noto la stessa cosa nelle sigle di altre serie; pure quella di “Streghe” che stavo guardando “di sbiess” (di sbieco, intendendo mentre facevo altro – in questo caso stavo sbattendo le uova per la frittata 😀 ) noto che alla fine c’è “Holly Marie Combs AS Piper“.

E allora mi si è avviato il processo (rigorosamente in background) in testa.

Nel caso di Tom Bosley pensavo che fosse stato fatto perchè magari ai tempi (e stiamo parlando di un booooooooottttooooo di anni fa) lui era un attore famoso (anche se qui manco per la ciolla) e quindi lo si faceva notare.
Ma poi mi chiedo “se sei un attore già stra famoso che senso ha, le gente dovrebbe già ricordarsi di te”.

Poi vedo quello di Piper di Streghe. E mi dico che al limite.. ma proprio al limite, quella più famosa è Alyssa Milano (non ci si preoccupi se non si sa di chi si sta parlando.. in questo caso “famoso” è davvero un aggettivo usato a cazzo) quella che fa Phoebe (si legge, a quanto pare, Fibi.. anche se su Friends dicono “Febe“. .boh salamadonna) e non questa Holly Marie.

Insomma mi arrovello un casino, poi l’impasto della frittata viene pronto, lo verso in pentola, la cuocio.

E bon.

Sei su Internet. dì il tuo nome.

Rita… Levi… MontalCIUini

Questa la pubblicità di un botto di anni fa per l’ADSL di Telecom (che ai tempi credo si chiamasse ancora BBBBroad Band Box e non ancora Alice) com protagonista la nota e nostrana Premio Nobel 1986 per la Medicina.

A dire la verità su Google trovo che la frase era “Pronuncia il tuo nome” (oddio, ho trovato anche molti che scrivono in italiese “dici il tuo nome”.. ma lasciamo stare) ma sia io che il Tagliaerbe ci ricordiamo proprio il “dì”.

Era una pubblicità spassosissima: questa tremula vecchina messa davanti ad un pc parlante (!!!!) che le faceva questa domanda e lei che rispondeva con il suo nome (però diceva montalCIUini).

L’idea, tutto sommato azzeccata, era quella che chiunque, anche una vecchia bacucca premio nobel e con 5 lauree, potesse entrare in internet facilmente e trovare tutto lo scibile umano semplicemente chiedendolo.

Idea affascinante, ma come sappiamo ancora oggi distantissima dalla realtà 🙂 Diciamo che possiamo usare una buona approssimazione toh..

Ecco, da anni io (ma so che lo fa pesantemente il già citato Tagliaerbe) usiamo questa frasetta quando ci vengono poste domande via internet, su cose di internet che basterebbe semplicemente sbattersi un po’.

Cose incredibili tipo “qual’è l’indirizzo internet di Repubblica?” trovano la loro soluzione con due metodi:

1. provi a digitare www.repubblica.it
2. usi google (o un qualunque motore di ricerca)

Nello stesso tempo impiegato per porre la domanda via messenger, su un forum, o via mail avresti ottenuto una Santa Risposta.

Insomma, troviamo imbecille utilizzare un mezzo che dà delle informazioni chiedendole in maniera ridondante.

Non per ultimo c’è sempre quel famoso detto (di cui non ricordo le origini ma poi cerco su google che tanto sarà una roba zen o giù di lì..)

se uno ha fame non dargli il pesce ma insegnagli a pescare

Ecco. Se ti insegno a cercarti da solo le informazioni la prossima volta non mi scasserai i maroni con domande inutili 🙂

E bon.