Ho sempre pensato che il gratta e vinci (e tutto il successo che ha avuto quantomeno qualche hanno fa) sia la “risposta italiana” al sogno americano.
Mi spiego: gli americani hanno sta cosa che dice più o meno “uno su mille ce la fa, chiunque può diventare ricchissimo o il presidente USA, ma solo se ci dai dentro sempre, chi non ce la fa cazzi suoi.”
Questo in soldoni. In questo modo dovrebbero spingere tutti a dare sempre il massimo. Chi non ce la fa dorme in strada visto che non c’è praticamente nessuna politica sociale e se ti investono al passaggio pedonale puoi rischiare di essere lasciato lì fino a che non trovano la tua assicurazione o la carta di credito.. ma questo è un altro discorso.
Quindi gli statunitensi vanno avanti al grido di “facciamoci tutto il culo che il migliore ce la fa” mentre da noi è più tipo “solo chi ha culo ce la fa e diventa il migliore”
In quest’ottica quindi ecco arrivare una pletora di giochi d’azzardo o di fortuna legalizzati che permettono alla massa di sognare un futuro migliore. Un santo armotizzatore sociale che rende più pingue la cassa dello stato.
La scena tipica tutta italica, per quello che mi è capitato di vedere, è la coppietta di sposini che dovendo affrontare spese per casa, mobilio, matrimonio e viaggio di nozze faraonici cominciano a grattare come se non vi fosse un domani sperando di, con una cetacea botta di culo, risolvere tutti i problemi per magia… Quindi grattano e grattano. E di solito grattano pure i parenti tutti, ina una gigantesca orgia sfavillante di residui argentati.
Addirittura mi è capitato di incontrare futuri mariti che scoprendo un bar dapprima sconosciuto si sono subito lanciati a comprarne taluni che “quel bar lì è poco conosciuto e mica che quello vincente sia proprio lì”… e cose così
Ma l’altro giorno all’autogrill ne ho vista una davvero nuova: arriva un tizio color cuoio (lampadato) con tutto quanto contraddistingue il tipico “fighetta milanese”. Orologione da 5k euro, e vestito che a sommarlo tutto ci vuole una calcolatrice.
Scende dalla sua macchina decapotabile (pareva una porche ma io di auto non capisco nulla), si fionda dentro e mi compra un 50 gratta e vinci.
Si apposta riparato su un tavolino e comincia a darci dentro. E gratta. Non vince e sbuffa. E suda. Più gratta più sbuffa e più suda.
Con le poche vincite che accumula riconverte in argentei cartoncini. E gratta e suda.
(non diventa rosso in volto perché come ho già detto è di quel colore lì tra il cuoio e il cotto fiorentino).
All fine sconsolato butta la pila di residui nel cestino e, incazzatissimo, se ne va.
So che è brutto e che è una mia mania sentenziare, o trarre affrettate conclusioni.
Ma secondo me quello lì non si doveva sposare immantinente… quello lì ha solo pisciato fuori dal vaso.. e di molto 🙂
che sporcaccione, ha anche fatto la pipì fuori dal cesso?
No comprendo immantinente, mi informerò…. 😀
eddai :)dicesi “pisciare fuori dal vaso” quando uno esagera oppure non centra l’obbiettivo oppure è palesemente fuori temain questo caso ho avuto la presunzione di pensare che avesse speso un po’ troppo per mantenere un certo tenore di vita atto ad incantare pulzelle tramite l’ostentazione di meri beni materialiin due parole: per fare il figo si è riempito di debiti :)e allora giù con i gratta e vinci 😛