A parte che da piccolo ho sempre pensato che “madrelingua” fosse la lingua di tua madre. Tanto che mi ricordo che incontrando un certo François che si dichiarava madrelingua francese gli chiesi:
“Ah tua madre è francese ?”
“no, mio padre”
“ah, allora sei padrelingua francese”
“uh… sì… hai ragione”
Avevo una cosa come 7 anni eh, però sono quello cose lì che ti porti dietro per un po’ fino a che apri il dizionario e scopri che:
la lingua del paese d’origine, appresa nella prima infanzia
Mah !! parrebbe di capire che è la lingua del paese di origine, quindi se quel tal François è nato e cresciuto in un paese del Varesotto tipo Vergate Sul Membro non è di certo madrelingua. Ma forse sì visto che da bambino il papà gli parlava anche in francese. O forse no. O forse ‘fanculo.. ecco 🙂
I madrelingua (ma anche i bilingue, trilingue ecc.. quelli che vanno in un paese nuovo magari da giovini e mi tirano su una lingua come se fosse antan… opps! come se fosse madre ecco…) hanno rappresentato per me un forte mistero.
Incontratene in passato ho sempre cercato di farmi rispondere a due domande impellenti:
1. “Ma quando sei tra te e te, tipo che stai guidando e pensi alla lista della spesa, in che lingua pensi?
A questa domanda non ho mai ottenuto una CHIARA risposta. Tipo il tizio cui sopra che dice “sempre e comunque in francese!!” o cose così.
Ho sempre ottenuto cose tipo “dipende” o “non lo so” o anche “non ci ho mai pensato”
L’ultima risposta mi ha sempre fatto imbufalire visto che mi verrebbe da chiedere “ecco se ci pensassi in che lingua lo faresti ??”
Ma nulla.
Risposte vaghe.
Forse semplicemente non posso comprendere visto che non essendo ne madre ne bi (lingue) non riesco a calarmi fino a in fondo, ad immedesimarmi fino a comprendere che per uno un bicchiere ha semplicemente due nomi. E bon.
Che se quel giorno lì si sente più francese lo chiamerà (pensandoci) “verre“
Poi ho chiesto a Sanja che è venuta anni fa da Sarajevo.
Pensandoci un casino mi ha detto che se pensava a me (per dire) magari pensava in italiano, se pensava a sua madre, che magari doveva dirle delle cose, pensava in serbo. Ma che in generale non lo sapeva…. (grrr.. che rabbia..)
La seconda domanda parte da alcune esperienze vissute al mare a Riccione da infante, quando oltre alla solita calata dei crucchi vi si trovavano parecchi altoatesini.
Una mamma in spiaggia parlava con il suo bimbo dando i nomi delle cose sempre in due lingue: italiano e tedesco.
Quindi era tutto un “saluta froilain/signorina” o “mangia gelato/Häagen–Dazs ” (non so come si dice gelato in tedesco, ma era per farsi capire)
Il biondo bimbo mi veniva quindi bombardato da doppi nomi di tutto. A cannuolo.
E qui mi chiedo:
2. come diavolo fate a capire quando una parola è nell’una o nell’altra lingua ?
Voglio dire, non è che la madre prima di una parola diceva sempre “ocio che mo’ è in italiano” o “acthung nau ist in doich” (non so sempre il tedesco eh).
E quindi come mi fa il bambino maturando madrelingua a capire quando settare la parlata nell’una o nell’altra ?
Ci saranno dei periodi di adattamento dove uno mi parla un mix delle due e la mamma a correggerlo ?
Davvero non lo so.
Qualche madre/bi/tri/penta lingua legge ‘ste vaccate ?
Ti rispondo da bilingue tedesco/italiano… :)1) Personalmente, vivendo in Italia e parlando prevalentemente italiano a parte sporadicamente a casa, solitamente penso in italiano e lo faccio anche quando mi trovo all’estero o in situazioni in cui parlo solo tedesco (o altro).Tuttavia, se questo si protrae per più tempo, si attive una specie di switch mentale (non saprei come descriverlo meglio), per cui del tutto inconsciamente comincio a pensare nell’altra lingua.Per cui se Sanja ti dice che in generale non saprebbe dirti in che lingua pensa, direi che abbia ragione. Nel mio caso ad ogni modo, ormai penso soprattutto in italiano.2) Beh, si capisce di solito dalla parola stessa se è tedesca, italiana…In realtà credo che essendo bilingue si abbia proprio un rapporto diverso con le lingue: mentre di solito una persona… monolingue (?) pensa nel proprio idioma e poi eventualmente traduce al volo e quindi le varie lingue straniere raramente si mischiano alla propria; invece nel caso bilingue le varie lingue sono più o meno equivalenti, per cui effettivamente possono verificarsi dei simpatici mix, ma di solito sono più o meno voluti.Mi capita spesso di rispondere in italiano ad una domanda in tedesco dei miei (e la conversazione di solito va avanti in due lingue senza problemi :D) oppure quando non ricordo una parola la sostituisco con la versione nell’altra lingua che mi viene in mente per prima.Ah, e gelato in tedesco si dice Eis.
orpo.grazie per la risposta altamente circostanziata:)
wellaaaa!!ora ho capito di chi sono quelle visite dall’Università di Urbino che vedo di tanto in tanto 🙂
Leggendo il commento di Lorenz, (bel nome … proprio bello heheh), mi ha fatto venire in mente quando andavo a casa della mia ex, Taeko, era incredibilmente difficile vivere quella situazione in cui lei parlava italiano e suo padre per esempio, in giapponese, fino al giorno in cui suo padre, ormai abituato alla mia presenza in casa sua, nel mezzo del pranzo, si mise a commentare una notizia del telegiornale, (quello giapponese OVVIAMENTE), in giapponese rivolgendosi a me … mi sentii vagamente imbarazzato a vedere il suo sguardo di attesa come dire “Quindi? Che ne pensi?” … 😀
Comunque bel post, bello l’argomento, non ci avrei mai pensato (in italiano ;))
La mia ragazza è un’educatrice, posso chiedere a lei i meccanismi scientifici riguardo l’apprendimento anche di queste cose, mboh! :)Ciao assai