Quando ero bambino avevamo appeso sul muro del cortile uno di quei termometri da appendere sui muri nel cortile.
Aveva una colonnina centrale di mercurio blu e sui due lati due scale numerate tremendamente diverse che correvano a salire verso l’alto per finire con due lettere: a sinistra C, a destra F.
E un pallino, tipo così °
Ero piccolo, e la gente mormorava, e nella mia infinita ingenuità la spiegazione più ovvia fu: uno è il Caldo e l’altro è il Freddo.
Però la cosa mi mandava ai matti, visto che la colonna del prezioso liquido sensibile (delle volte anche troppo, che poi a tirarlo sù è sempre un problema) alla temperatura era una sola… e sopratutto perchè la colonna del °F(reddo) terminava con un numero bello grosso… ma tanto più grosso di quello del °C(aldo).
Poi in V elementare la maestra ci spiegò dell’acqua che ghiaccia e che bolle e di quel furbacchione svedese di Celsius (dalla svezia vengono l’Ikea, le polpettine e i termometri smart) e di quel piantacasini crucco di Fahrenheit che non so per quale motivo decise che l’acqua dovesse ghiacciare a 32 gradi e bollire 212.
E lì, finalmente, capii.