Albert Einstein ci ha insegnato che il tempo è relativo.
Anzi, in molti scimmiottano tale rigorosissimo enunciato arrivando a pronunciare “tutto è relativo”, utilizzandolo un peletto ad minchiam per riferirsi al fatto che le cose sono spesso relative a chi le vede, confondendosi con il concetto di Soggettivo.
A volerla dire tutta il buon Albert ci voleva insegnare che il Tempo (ma a volerla dire tutta tutta anche lo Spazio) non è Relativo e bon, ma dipende dallo stato di moto (dalla velocità) di chi lo vive e/o lo misura.
Quindi il fatto che durante le ferie o i week end il tempo ti sembra passare via veloce, mentre al lavoro o a scuola non passa mai non è perché esso è Relativo a te ma semplicemente perché.. boh… il Tedio è una palla e sembra non finire mai.
Ma tutto ciò in realtà non c’entra un razzo e stavo solo SboroDivagando come al solito…
Dunque, un conto è Relativo e un conto è Soggettivo.
Soggettivo sono le cose che uno valuta dal Suo Esclusivo Punto di Vista, che è proprio del soggetto individuale e dipende dal suo modo di sentire e di pensare o dalle sue condizioni psicologiche, e quindi non è valido per tutti gli altri individui.
Ocio però !!! Non stiamo parlando della Vaccata Cosmica del “bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto”, o di tutte quelle belinate lì, ma di cose veramente relative (uff..) al gusto personale.
Ad esempio:
non È un dato oggettivo, ma assolutamente soggettivo. Il fatto che questo sia vero per i più (anche per il sottoscritto eh… non che poi uno pensa) non ne fa un dato assoluto visto che basta che al mondo ci sia uno o più fan della cacca (e ce ne sono) per renderlo, appunto soggettivo.
Quindi, detta così, il concetto di Relativo pare applicabile solo ad ambiti “alti”, fisici, siderali e alla velocità della luce.
Non è vero, ci sono dei concetti Relativi anche nella vita di tutti i giorni.
Per esempio:
Nei capi di vestiario il concetto di “taglia” è assolutamente NON oggettivo.
E non parlo della “taglia 52”, che al limite ancora ancora ma anche no eh, ma di quella mania di importare tutto dagli USA che ha fatto sì che già dagli anni ’70 abbiamo cominciato a suddividere le INNUMEREVOLI dimensioni di una maglietta/ maglione/ ecc. in poche sigle: XS, S, M, L, XL, XXL.
In quest’ottica una maglietta XXL non è mai grande uguale come un’altra. Anzi, addirittura può essere di parecchie taglie differente.
Beh, mi si dirà, dipende dalla marca, non puoi certo confrontare due capi prodotti da aziende differenti.
Bah, dico io, in teoria anche no eh. Una taglia è una taglia, ma per amor di discussione proviamo a crederci e prendiamo due magliette della Nike (si dice niche): ovviamente a parità di marca e di taglia due XXL sono completamente differenti.
Allora mi si dirà che dipende dalla linea: una marca ha diverse linee di vestiario e una maglietta della linea Running è per definizione attillata rispetto a quelle pensate per il basket, quindi le due misure saranno differenti.
Vero dico io, ma compro da sempre la linea Basket e posso ASSICURARE che delle volte devo prendere la XL, delle volte la XXL e ALCUNE volte ho dovuto addirittura prendere la XXXL !!!! (ah, pare incredibile ma pesavo sempre uguale eh…)
Quindi il “concetto” di XXL è Relativo a… dunque…. lo stato di moto…. hummmm.. il sistema inerziale…. heemmmm… la velocità della luce… quindi la massa…. uhhhh.. l’energia che è uguale a…
…
Ok, il concetto di taglia XXL è una Pura Minchiata.
E bon.
P.S.
Questo è il mio 900° post !!!! Auuggurriiii !
Bravo, apprezzo “belinate” come si dice dalle mie parti. Comunque, “diciam che la cacca fa schifo, ma ciò non è un dato oggettivo (cit.)” è una tesi che è sostenuta da anni da fini intellettuali.
Sono d’accordo che “la cacca che fa schifo” è soggettivo, lo dimostra mio figlio ogni volta che gli cambio il pannolino, ci mette le mani e non fa una piega!Ciao
@Luca: vedo che abbiamo le stesse Sante Fonti di Ispirazione ;)@Anonimo: è una fase che vivrò pur’io tra qualche mese 😛
Lol, io sono già nella fase successiva. Pulisco direttamente le mie bimbe con la carta….e devo dire che ogni tanto ..si buca.