Leggo su Rolling Stone l’ennesima intervista ai Green Day.
Il loro album American Idiot ha venduto un botto in tutto il mondo.
Un album che ha sancito la rinascita del gruppo e che li ha trasformati da gruppo punk/scazzo a trio politicizzato e impegnato contro l’amministrazione Bush e tutti i casini che ha combinato.
Tutto l’album, che viene definito la prima opera punk/rock, è intriso di questo impegno, che raggiunge il suo culmine con il no alla guerra di Wake me up when september ends.
Leggo l’articolo. Leggo del loro impegno. Leggo di quanto dicono durante i loro concerti. Del messaggio urlato alla fine “loro non hanno il potere! non lasciate che vi comandino!”
Leggo e penso “minkia quanto spakkano!”
Poi penso a tutti quelli che ho visto ascoltare e ballare American Idiot.
E penso che, sapendo loro poco e nulla di inglese, di tutto questo impegno non sanno proprio una bella bega.
Per loro tutto l’album è un contenitore di canzoni molto belle ma incomprensibili cantate dal fighissimo (uh?) Billie Joe Armstrong.
E tutto l’impegno si fotte. Alla grande.
mica tutti devono essere impiegati in politica estera e sapere bene l’inglese per poter ascoltare e quindi ballare della musica
certo purgiusdifatti non ho detto questo…